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Una Tantum

Bomba o non Bomba

Mancano 5 kilometri a Tresigallo, sono in auto incolonnato, forse un incidente. Sono in aperta campagna a sinistra della Romea, il Po lo abbiamo attraversato da poco. L’altitudine da queste parti si misura col decimetro, si narra che le zanzare d’Estate usino la bicicletta per spostarsi. Mi sembra di capire che sono incolonnato proprio per una gara di biciclette domenicale, forse le zanzare in un eccesso di competizione.

Scrivo un messaggio a StranoFotografo. Io e la mia signora siamo in ritardo, non mi va di far aspettare e disimpegno la compagnia, dovrei gia’ essere arrivato da qualche minuto ma qui va per le lunghe.

La compagnia e’ quella di qTp, alcuni, quelli che sono riusciti a racimolarsi. O meglio, quelli che e’ riuscito a racimolare Baires che ha pensato a tutto. Quasi tutto. Si e’ affidato a un buon basista. Marcello, il Fotocellula. Se e’ ancora pazzo come ai tempi di qTp siamo in pessime mani ma la cosa attrae proprio per quello.
Pazienza.

La colonna di auto persiste, siamo letteralmente fermi. Si potrebbe bestemmiare ma non e’ detto che funzioni come nel profondo veneto.

A dire il vero dovevo essere gia’ del gruppo ieri. Avevo organizzato una cosa improponibile per ogni persona dotata di buon senso. Da solo avrei raggiunto il gruppo, saremmo andati alla foce del Po. Avremmo fatto qualche centinaio di foto-foppa, cenato e poi sarei tornato a Vicenza. All’indomani, cioè oggi, sarei sceso a Tresigallo ma questa volta con Monica. Tutto questo per non dover lasciar solo il vecchio Ken per troppo tempo. Tra me e qTp c’e’ sempre stato un cane anziano da accudire. Anni fa c’era Hunter, ora c’e’ Ken. In aggiunta con Ken c’e’ un problema, non ci sono i genitori anziani ad accudirlo… gli anni passano e la gente qui se ne va. 

Sono avanzato un metro in dieci minuti. Mi viene voglia di risolvere la quesitone con un gesto estremo. Che avete capito? I gesti estremi possono essere due, uno consiste nel mettere le 4 frecce, palmo sul clacson, dire a Monica di sbarrare gli occhi ed estrarre la lingua, superare tutti a mo’ di ambulanza. L’altra consiste nel fare inversione a U, telegrammare allo Strano che ci e’ venuto un attacco di diarrea fulminate e abbiamo deciso di tornare a casa (credibile come una banconota da 15 euro).

Niente, si resiste. La colonna e’ immobile. La voglia di rivedere gli amici incombe.

Non cedo alle alternative estreme, la prima ci porterebbe probabilmente ad una contravvenzione con relativo litigio con qualche vigile padano, la seconda costerebbe la gogna vergognosa sui social da parte dei nostri amici per almeno due anni. Quindi resisto. Vale la pena. Chi ci aspetta non lo vediamo da parecchi anni. Enzo,Angela, Igori, Nora, Mike, Roberto, Chiara, Enrico, Cinzia, Baires, Nadia quello svalvolato di Marcello. Non vedo l’ora di arrivare e questa colonna resiste. Deve succedere qualcosa, ora prendo sotto un ciclista, faccio annullare la manifestazione, ammazzo un giudice di gara, qualsiasi cosa.
Ansia.

Siamo nel 2023, manco me lo ricordo quando e’ stato l’ultimo raduno o pseudo-tale. 5/6 anni forse? Magari anche 10. No, esagero.

Strana questa cosa. qTp era un semplice forum in epoca pre-social. Per capirci era l’epoca in cui per scrivere qualcosa in Internet bisognava prima valutare se valeva la pena, poi scegliere l’area tematica congrua all’argomento che si voleva trattare, poi scrivere un “oggetto” per esprimere l’argomento (il cosiddetto topic) e poi, con un italiano possibilmente corretto, descrivere il pensiero. Che fatica. Un altro pianeta. Ora in Facebook basta scrivere qualsiasi cosa, come capita. E se uno passa per di li’ e approva, preme sul like e chi si e’ visto si e’ visto. Invece no, sul forum era diverso…..

Rimane incredibile il fatto che il forum e’ chiuso ormai da 7/8 anni ma che queste persone abbiano ancora voglia di vedersi, forse non si erano mai stancati di scrivere topic, mettere in ordine pensieri e postare foto che non siano selfie.

Intanto la colonna va scemando ma in realta’ perche’ le auto davanti a noi fanno inversione, ci deve essere un’altra strada per arrivare a Tresigallo e loro la conoscono. Ingrandisco la mappa sul GPS, boh, per me e’ l’unica strada per arrivare. Se il mare si alza di mezzo metro con la barca ci arrivi ovunque, ma ora no, queste misere lingue di asfalto sono le uniche. Speriamo che l’Adriatico esondi e che l’auto diventi una barca.

La storia di qTp era iniziata tanti anni fa, nel 2006. Pochi fotografi che scelgono di comperarsi una Olympus digitale 4/3, si accorgono di essere in pochi e si inventano un forum per scambiare foto ed opinioni. Nascono amicizie, discussioni, battaglie, alleanze, raduni, foto, mostre, mostri. Si coprono kilometri e si riempiono tavolate con cene e pranzi. Muoiono le gli utenti con le loro fotocamere Olympus e nascono fotografi e amici. Tutto si trasforma e si depura, tutti si migliora.

L’auto che ci precede spegne gli stop e riparte, improvvisamente. Fumata bianca! (si’, era una Punto del ’96). La coda si sblocca. Saremo a Tresigallo tra 5 minuti.

Schiaccio l’acceleratore e ho solo il tempo di pensare che Olympus non esiste piu’, ha chiuso i battenti.. qTp, almeno un pezzo di qTp, invece mi aspetta, la raggiungero’ tra 5 minuti…
Serenità.

Foto di Baires
Foto di Gian
Foto di Gian
Foto di Enzo Trento
Foto di Enzo Trento
Foto di Enzo Trento
Foto di Igori
Foto di Igori
Foto di Igori
Foto di Roberto Ranzani
Foto di Roberto Ranzani
Foto di Roberto Ranzani
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Una Tantum

Olympus: dico la mia (molto mia)

Leggere che qTp si occupa ancora di Olympus emoziona un po’ in quanto questa comunità nacque quasi 15 anni fa da un gruppo di fotografi che usavano il sistema fotografico Olympus. Ma niente paura, nessuno lo vuole fare, sono io che abuso di questo blog che si promette di tenere le poche fila rimaste di qTp.
qTp che notoriamente da anni non si identifacava più come un gruppo di utilizzatori di apparecchiature Olympus, ma di fotografi che mettevano l’immagine come priorità assoluta a prescindere dallo strumento usato per realizzarla.

Aldilà di qTp sono circa tre anni che non parlo di Olympus e dei suoi prodotti, per chi mi seguiva ai tempi del blog microquattroterzi[.]it inserivo una recensione di ogni apparecchiatura che mi dava in prestito Polyphoto e Panasonic Italia. Ho smesso perché purtroppo il mio lavoro a sua volta ha smesso di lasciarmi il tempo libero per farlo. Poi confesso che la produzione di fotocamere stava prendendo una piega della quale facevo fatica comprenderne il senso. 

Per altro negli ultimi miei test avevo delle difficolta’ tecniche a realizzare una consapevole e critica recensione oggettiva. Erano veramente delle macchine “perfette” e polifunzionali, rischiavo di far diventare micro quattroterzi[.]it un semplice polo di punti di vista del tutto soggettivi. Praticamente poteva diventare ciò che odio di piu’ in rete, un accozzaglia di punti di vista personali dell’ennesimo signor nessuno.

Pero’ dai, me la sono giocata bene, ho aperto il primo shop on line che si occupava esclusivamente di micro quattroterzi, il primo blog che si occupava esclusivamente di micro quattroterzi già nel 2009 e nel periodo di massimo successo gestendo lo shop con uno staff che lo ha portato portato ad un numero di vendite che si poneva in una posizione importante della classifica.
Grazie anche a questo (ma non solo ovviamente) il micro quattroterzi e’ entrato nella bocca di tutti e nello zaino di molti… anche nello scaffale di molti negozi “purtroppo”.

Si sa che il mercato della tecnologia cambia repentinamente, l’orizzonte può portare buone e cattive notizie anche dopo un giro di orologio. Anche decisioni e strategie sbagliate possono essere fatali, del resto in un mercato cosi’ pericoloso può starci pure che qualsiasi strategia non sia quella giusta e che il cattivo tempo arrivi a prescindere e proprio quando non hai l’ombrello.

E’ di qualche giorno fa la notizia che Olympus ha ceduto la divisione immagini ad un fondo decretando cosi’ il suo totale interesse per il proprio core business principale, i prodotti elettromedicali.

Non mi spreco a portare tuti i dettagli della notizia ma sicuramente li avrete stra-letti nel Web e non solo.

Ognuno in rete ha la sua verità e di sicuro non la tiene in tasca, sicuramente quello che si e’ veduta poco e’ la diretta traduzione del comunicato stampa. Il Covid-19 ci ha insegnato (oppure confermato) che nei social lo stato oggettivo delle cose interessa poco, son più importanti le congetture e i “te lo dico io che e’ cosi’” dell’ammiocuggino di turno.

Gli effetti di questi telegiornali fai da te sono stati devastanti per i più sensibili.

Ho sentito di qualcuno che all’indomani della notizia ha portato la sua ricca attrezzatura Olympus dal negoziante di fiducia per poterla riciclare e “scappare” dal sistema.

Ho sentito lamentele di abbandono da parte di Olympus e prese di posizioni discutibili da chi da sempre e con persistente coerenza compera solo materiale fotografico stra-usato (perché vuole o perché può permettersi solo quello), in quanto “una macchinetta Olympus e’ pratica per le cosette veloci”.

Ho sentito pure FujiSonyNikoCanonisti -che non avendo mai comperato nemmeno un tappo dalla Olympus- hanno commemorato la loro stabilita’ psicologica. 

Belli quelli che “ho appena fatto in tempo a cambiare sistema” che si sono visti come quello che ha disdetto un biglietto aereo di un volo che poi e’ precipitato.

Infine, una medaglia al merito, a quelli che hanno elencato l’abbandono del sistema OM di Olympus e quello 4/3 di 10 anni fa come sintomi dell’ attuale cessione.

Onestamente a parlare di questo circo mi sembra di essere tornato in un mondo che avevo lasciato proprio perché gli equilibristi e i domatori di leoni avevo lasciato proprio il passo agli squadroni di clown.

Dicevo, sono davvero tre anni che non parlo dei prodotti Olympus e Panasonic, questo purtroppo mi ha posto una barriera temporale oltre la quale mi metto nella posizione di non conoscere le ultime evoluzioni di Olympus. Non conosco la OM-D EM1X, non conosco la serie di obiettivi fissi ultraluminosi e altri prodotti (sicuramente buoni) di questi ultimi anni. 

Chi ha gestito per me lo shop on line ne sa qualcosa ma personalmente ho perso molto terreno in questo mondo.

Per chi non lo sa io nel 2008 possedevo molte ottiche e le fotocamere top del sistema 4/3 (E-System), un corredo piuttosto completo di apparecchiature, poi del micro quattroterzi ho posseduto qualche macchina e qualche buona ottica ma il mio sistema fotografico principale e’ dal 2009 una full frame Canon con ottiche Zeiss (e tutt’ora lo e’). Tuttavia non ho mai pensato che il micro quattroterzi fosse la strada sbagliata, non era di sicuro la strada mia di fotografo ma questo non escludeva che il sistema fosse valido. Anzi lo era e lo e’ tutt’ora.

Nel mio immaginario ideale pero’ vedevo questo sistema ad occupare la fascia economica, quando uscirono dei corpi macchina che sfioravano i 2000 euro e li superavano pure -onestamente- non l’ho presa molto bene. Vedevo Olympus che stava pescando nel lago sbagliato. Ma -ovvio- era un pensiero da ennesimo allenatore italiano che non vedeva l’ora di dare il proprio giudizio.

Ora sono fuori dal giro da molto tempo, se il mio pensiero valeva 5 lire allora figuriamoci ora.

Quindi non ho nemmeno la possibilità di dirvi con certezza perché Olympus sia arrivata a sto punto e quali siano gli errori commessi. Mi spiace. Cambiate mago.

La domanda che mi hanno fatto alcuni di voi attraverso le varie chat e’ comunque “Che fine farà Olympus e i suoi prodotti?”.

Io una risposta non me la posso inventare, oltretutto sono un tecnico professionista e le soluzioni per me stanno sempre sui manuali e sulla documentazione tecnica.

Il data sheet in questo caso e’ il comunicato stampa ufficiale, leggo che e’ iniziata una cessione che si svilupperà a steps, ora e’ cominciata, seguirà a Settembre e si concluderà a fine anno.

La JIP (Japan Industrial Partners) ossia il fondo che a fine Settembre prenderà in mano tutto il fardello non promette benissimo per i suoi trascorsi, ma io non sarei molto sicuro sul verdetto finale in quanto il comunicato stampa non lascia intendere che ci siano delle battute di arresto significative. Si sa pero’ che i comunicati stampa sono fatti per essere smentiti e, in un mondo in cui il 5G si prende l’onere di diffondere il Covid-19, tutto potrebbe essere fuorché quello che le fonti ufficiali sostengono. Volendo e avendo tempo si potrebbe giocare anche a Nostradamus e nutrire infiniti flame sui social network.

Partirei quasi dal fondo della filiera immaginando che chiuderanno tutte le filiali Olympus in giro per il mondo, troppi costi, per l’Italia non ci saranno variazioni in quanto Olympus Italia non e’ mai esistita che io sappia, e’ Polyphoto Spa che importa e gestisce la distribuzione dei prodotti.

La JIP semplificherà sicuramente le esportazioni affidando ad aziende terze la distribuzione.

Dal comunicato si capisce pure che lo sviluppo di OMD e Zuiko continuerà per la sua strada, quello che non traspare con certezza e’ se il marchio Olympus siglerà ancora i prodotti. Tuttavia in un documento ufficiale reperibile qui https://www.olympus-global.com/ir/data/announcement/2020/contents/ir00013.pdf sembra far pensare che ogni nuovo prodotto sarà marchiato diversamente rispetto ora.

Ogni sacrosanto sviluppo ha i suoi finanziamenti, nelle ultime battute non mi sembra che Olympus si sia prodigata molto. Fare meglio di Olympus servirà poco (questo lo dico io). Con questo voglio dire che e’ vero che la situazione può peggiorare ma e’ altrettanto vero che può pure migliorare.

Mi aspetto sostanzialmente che ad accedere ad un prodotto micro quattroterzi Olympus sarà più difficile. Nella peggiore delle ipotesi sarà un prodotto prettamente a distribuzione Giapponese e di qualche altro paese.

Ho un déjà-vu, la mia professione di informatico nasce molto lontano, nei primi anni ’80 usavo un computer MSX, fu il primo tentativo di standardizzazione di hardware e software a cui aderirono parecchie aziende, io in quel caso avevo uno Yashica. Il sistema, esaurite le sue novità tecnologiche che lo facevano vendere, vide un primo declino nel mercato mondiale, ma nel mercato Giapponese, Olandese e Spagnolo continuo’ a difendersi dignitosamente dal mondo dei PC compatibili che stava arrivando estraendo dal cappello diverse edizioni, MSX2, MSX2+ e MSX Turbo R. Il motivo per cui continuo’ il suo successo fu legato a situazioni puramente politiche ed economiche, in Giappone praticamente perché ci nasceva ma in Spagna e nei Paesi Bassi perché ebbe un canale d’importazione molto attivo.

Non voglio dire che il mondo OM-D sia come l’MSX, soprattutto incastonando l’esempio in una economia molto più globale di allora,  ma la realtà di una serie di prodotti meno distribuiti nel mondo e relegati ad avere la loro vita in determinati zone geografiche non mi pare proprio cosi’ assurda.

Ecco, questo e’ tutto, mi sono permesso alla fine due righe d’immaginazione ma sostanzialmente ho letto le comunicazioni ufficiali. Ho risparmiato parole come “Addio”, “Chiusura”, “Fine di un’era” perché di parole apocalittiche strappa-click ne ho lette già abbastanza in questi ultimi mesi per una questione molto più importante della faccenda Olympus.

Cosa direbbe il fotografo Bill? “Non so, non ricordo nemmeno che fotocamera ho usato ma feci una bella foto”.
Be like Bill.

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Una Tantum

C’eravamo abbastanza amati

Approfittando della calma piatta dettata dall’emergenza sanitaria Covid-19 ho effettuato qualche spostamento/aggiornamento dei miei server. La cosa ha anche coinvolto il materiale di qTp che su una mia macchina ha un partizione tutta sua e che occupa per altro uno spazio non irrilevante.
Chi non sa cosa sia qTp rimando alla pagina home dove in grandi linee e’ riassunto il percorso fatto da questa community fotografica.
Una community spenta che ha conosciuto periodi di attività intense.

Cercando di mettere i vari siti, minisiti e servizi a posto mi sono reso conto di quanto eravamo vulcanici in quei tempi. Bastava l’idea e subito mi lanciavo a supportare a livello informatico, per quello che potevo, la cosa. Quindi ecco che ho trovato vecchie installazioni di wordpress per fare mostre fotografiche virtuali, siti “unlinked” di diari fotografici, cartelle di foto di cui ignoro l’autore, loghi di chissà quale iniziativa, plugin, pezzi di html “morti”.
Molto di questo materiale era a supporto del forum dove avvenivano le varie attività, Contest fotografici, articoli, reportage e altro.

Tutto questo disordine per altro sposava alla perfezione l’atmosfera caotica dettata dagli scampoli di tempo che il lavoro mi dava.

Per chi non riesce immaginare di cosa sto parlando deve pensare un orto incolto, dove riaffiorano solo alcune piante ma basta scavare la terra con le mani un attimo e ti ritrovi radici immense che ti collegano ad altre piante sotteraneee.

Ecco che allora nel rovistare il materiale sono saltate fuori non solo piante ma anche frutti e fiori. Materiale anche interessante.

Un orto in gran parte incolto perché spesso le idee morivano sul nascere, poi capitava che nei trasferimenti da server a server le regole, le policy, gli alias, cambiavano e quindi si formavano broken links. In poche parole diventava materiale abbandonato.

Insomma, per certi aspetti un magazzino di materiale in disordine e soprattutto non catalogato.

Allora ho pensato che e’ un vero peccato, da qui l’idea di fare questo blog per “rilanciare” questi branchs di progetto. Questo allo scopo di far affiorare qualche ricordo e sono sicuro che qualcuno di voi farà piacere in quanto per un certo periodo qTp coinvolgeva molti utenti, molti fotografi.

Prima pero’ vorrei ricordare i links che anche la home page attuale riporta. Quelli che si sono conservati meglio in quanto tecnicamente circoscritti e forse piu’ importanti.

Il maredinverno, ad esempio. Siti in puro html generati da un tool che nemmeno mi ricordo come si chiamasse.

Devo dire un grazie a Sandro Rossi (LiGaBuE) e se la memoria non mi inganna ci fu anche una collaborazione di Alberto Platania (cheesburger) per il sito dei siti, ossia del blog che raccoglie gli eventi.

Un altro sito che conserva le sue funzionalità e’ quello legato alle foto dei fiumi d’Italia, click&River. Se non erro fu il primo progetto sociale e va ricordato che in quel periodo alcuni di noi non si erano ancora mai conosciuti di persona.

E’ tanto, e’ poco ? Comunque sia e’ solo la punta dell’iceberg!

Vi ricordo che l’amico Baires era un vulcano, a dire il vero si faceva fatica a stargli dietro. Questo? Ve lo ricordate

E il sito delle mostre?

In quest’ultimo sito ho dovuto fare delle modifiche per poterlo fare funzionare, i broken links erano tantissimi e non escludo che ce ne siano ancora. Credo che piu’ di qualcuno farà piacere vedere materiale “storico”.

Devo dire che la maggior parte del materiale era all’interno del vbulletin, ossia quell’enorme calderone che oltre il forum conteneva articoli e i gloriosi qTpMagazine.
Pero’ di quest’ultimi quello che non possiamo vedere e’ l’edicola, i pdf ci sono tutti e perfettamente intatti.
Prima o dopo su questo Blog apriro’ una sezione per poterli scaricare.

C’e’ un rammarico, il fatto di non trovare in tutto questo mucchio di bytes confusi nessuna struttura web che veicolasse Rapporto Italia, il re dei progetti, curato da Lorenzo Vitali (Vittali). Ricordo che fosse un po’ cosa voluta dato che era una manifestazione fondamentalmente proiettata ad esistere nella vita reale e non essere virtuale. Per chi non ricorda Rapporto Italia era una mostra fotografica itinerante che ha coinvolto molti fotografi e molte città italiane.
Forse -a distanza di tempo- aver conservato solo questo profilo reale in questo mio “rivangare” non gli rende giustizia.

Infine, qualche parola su questo blog improvvisato. Vuole solo essere un canale dinamico per poter comunicare a tutti gli interessati gli eventi legati alle flebili pulsazioni di un cuore che batte di rado. Come sapete già da qualche anno sul WEB di qTp esiste solo il sito statico, le iterazioni (rare purtroppo) si manifestano nei gruppi social Flickr e Facebook. Mancava, a onor del vero, un canale WEB ufficiale extra-social, un campo di gioco per l’ “Amarcord”.
Eccolo qua. Naturalmente a disposizione di tutti. Lo slogan che mi e’ venuto spontaneo e’ “Diario di bordo di una nave in porto”… lo credo azzeccato.

State on line, man mano che troverò del materiale lo inserirò… e poi non sia mai che qualche idea fotografica a qualcuno venga in mente.

[La foto in evidenza e’ di autore ignoto, potrebbe essere anche mia, non lo so, rivendicatela!]